
Acetaia Comunale
L’acetaia comunale, dove invecchia il prezioso Aceto Balsamico, si trova nel sottotetto dell’ala est della Rocca dei Gonzaga, residenza municipale nel cuore del centro storico di Novellara.
L’acetaia comunale, dove invecchia il prezioso Aceto Balsamico, si trova nel sottotetto dell’ala est della Rocca dei Gonzaga, residenza municipale nel cuore del centro storico di Novellara.
È il più antico edificio religioso del guastallese ed uno dei più antichi della provincia. Risalente, nella sua primitiva forma, a prima del secolo X, è ora intitolata ai SS. Apostoli Pietro e Paolo.
La chiesa innalzata nella seconda metà dell’Ottocento, sorge sulle rovine di precedenti chiese, sempre dedicate al Santo. Progettata dall’architetto L. Panizzi Moriglio, costruita fra il 1871 e il 1883, venne consacrata nel 1883.
In un ambiente che ha fatto parte delle strutture collaterali del vecchio ponte in chiatte che collegava Boretto a Viadana, distrutto nel 1967, il figlio dell’ultimo "capopontiere", ha raccolto le immagini più significative della vita del ponte, e ricostruito parte del ponte stesso (scala 1:10).
La Casa Museo Al Belvedere “Pietro Ghizzardi” ha sede nella casa in cui l’artista visse gli ultimi dieci anni della propria esistenza conserva intatta l’atmosfera in cui il pittore e scrittore trascorse i suoi giorni da metà anni ’70 alla morte nel 1986. L’istituzione nasce nel 1992 su iniziativa di Nives Pecchini Ghizzardi, nipote dell’artista, e da allora è aperta al pubblico tutto l’anno, ad ingresso gratuito, ed è gestita su base volontaria.
La pieve di Novellara fu istituita probabilmente nel V secolo.
All’estremità del portico di Via Cavour, in prossimità della Piazza, si trova la chiesa della Beata Vergine del Popolo la cui prima pietra fu posta dal Conte Camillo III Gonzaga l’11 novembre 1704.
Di grande interesse per l’architettura barocca del suo interno è il seicentesco Santuario della Beata Vergine della Porta, fatto erigere su specifico desiderio e volere del Duca Ferrante III.
Fatta edificare dal padre servita Giulio Borromeo nel 1600, è stata consacrata nel 1607. Danneggiata più volte, fu restaurata nel '700 su disegno dell'arch.Antonio Filippi.
Correva l’anno 1716, quando gli abitanti di Villa Arzenago allora così denominata, ottennero dopo diverse richieste, l’autorizzazione di costruire una chiesa dedicata alla Santa Croce (della reliquia a tutt’oggi venerata) dal Duca di Modena Rinaldo III regnante all’epoca.
Già prevista nei progetti di Cornelio Bentivoglio, come cappella gentilizia, la chiesa iniziale era a pianta ottagonale. La facciata fu progettata da Giovan Battista Aleotti nel 1599 e realizzata nel 1600.
L'attuale chiesa venne ricostruita tra il 1829 e il 1837 al posto dell'antica cattedrale medioevale, già sede della diocesi di Brescello. La facciata, dominata dal campanile del 1896, è adorna da due statue della Vergine e del santo patrono Genesio, opere di Innocente Franceschini, collocate nel 1899 ai lati del corpo centrale della facciata. Il campanile ospita un concerto di 5 campane.
La chiesa fu edificata tra il 1250 ed il 1300.
Nota anche come chiesa dell'ex ospedale, o chiesa del Conventino. Fu costruita alla fine del XV secolo per volere di Caterina Pico, moglie di Rodolfo Gonzaga, marchese di Luzzara. Fu distrutta fin quasi alle fondazioni e riedificata tra il 1764-1771; fortunatamente l'abside rimasta è quella quattrocentesca. Nella sagrestia si intravedono i resti di un magnifico monumento funebre, dedicato a Luigi Gonzaga morto nel 1570, parzialmente distrutto in un incendio nel 1918. Nella parte superiore del monumento, al centro, è visibile lo stemma dei Gonzaga, sostenuto da due putti e sormontato da un'aquila incoronata a due teste. Questo coronamento posa sopra un ricco architrave sostenuto da due grandi figure: una Cariatide e un Atlante. Dal centro, sotto il cornicione, sostenuto da una testa di leone, si biparte un ricco festone di frutta, passante sopra le Cariatidi e discendente ai lati esterni fino alla grande mensola del basamento su cui poggiano due aquile. Nel mezzo del monumento era posta una lapide dedicata a Luigi Gonzaga. Sotto l'adiacente porticato sono stati recentemente scoperti affreschi di interesse storico ed artistico.
Edificata probabilmente alla fine dell'XI secolo in stile romanico, e più volte rimaneggiata. Fu riedificata a partire dal 1676 in stile barocco, salvando solamente la parte absidale, che rimane tuttora in stile romanico. Nel 2000 sono stati eseguiti gli scavi della cripta dell'antica chiesa romanica, dove sono venuti alla luce capitelli, colonne e affreschi risalenti alla struttura originale dell'edificio romanico e cocci di riporto risalenti al periodo precedente. Conserva al suo interno alcuni dipinti cinquecenteschi, in particolare la pala d'altare raffigurante la Vergine col Bambino tra S. Giorgio e S. Girolamo, di scuola giuliesca, eseguito su modello di un bozzetto di Giulio Romano conservato al Louvre
L'edificio originario, posto più ad occidente, subì frequenti piene del Po, che ne compromisero gravemente la stabilità. Ne venne costruito uno nuovo fra il 1653 e il 1670. L'interno della chiesa è ad una navata con sei cappelle laterali. La volta è stata interamente restaurata tra il 1914 e il 1915, come gran parte del tempio.
Deriva da un antico oratorio del secolo XV, ricostruito nel 1578 e ancora rifatto nel 1760. Si trova in Via Matteotti la principale del paese, la particolarità di questa chiesa è la statua della madonnina nella roccia. Infatti questa chiesa viene anche chiamata dai reggiolesi la chiesa della madonnina di Lourdes. Presenta una facciata barocca, alta e snella, riquadrata da paraste doriche e conclusa da un frontone curvilineo; il campanile ha una cella a monofore e copertura cuspidata. All’interno, è strutturata in un’originale aula quadrangolare che, in alto, presenta una sorta di cupola ellittica retta da colonne e semicolonne e dotata di cupolino.
La donazione viene ospitata nelle sale di Palazzo Bentivoglio ed è costituita da opere di notevole spessore artistico che il celebre sarto Umberto Tirelli (1928-1990) ha donato al Comune di Gualtieri e che ora sono esposte nella suggestiva Sala di Icaro in Palazzo Bentivoglio. Egli fu uno dei costumisti più importanti della storia del cinema e del teatro. Collaborò alla realizzazione di film come: il Gattopardo, Casanova, Amarcord, '900.. è presente anche il vestito indossato da Romy Schneider in Ludwig di Visconti.
La golena di Gualtieri offre occasioni rilevanti dal punto di vista naturalistico nelle diverse stagioni dell’anno. Il territorio racchiuso tra l’argine maestro e l’alveo del Po è molto complesso e diversificato, comprende sia aspetti naturalistici, che antropologici.
Un animale da sempre presente nelle acque del Po tanto da dare il nome alla città di Luzzara è il Luccio. In tempi passati infatti, Luzzara era conosciuta come Luciara, derivato dalla parola Luccio.
Il Miele è da sempre prodotto tipico dei territori della bassa reggiana.
Il pesce gatto è una specie tipica di acque stagnanti o a lento decorso, con fondali molli, fangosi. Si adatta bene anche a condizioni estreme, in acque calde e povere di ossigeno. Per tali motivi, oltre che per la sapidità delle sue carni, viene allevato in stagni di pescicoltura estensiva.
Il pioppo bianco, elemento distintivo del paesaggio della bassa, ci riporta al mito di Fetonte che trascinato nel suo folle volo sul carro di Elios...
Uno dei vanti gastronomici della zona è l’Aceto Balsamico Tradizionale, uno storico prodotto del quale il monaco benedettino Abate Donizone nel poema “Vita Mathildis”, ne descrive l’esistenza già nel 1046.
L’Anguria Reggiana Igp, fresca, dolce e dissetante è il frutto protagonista dell’estate nella pianura di Reggio Emilia e per le sue qualità uniche ha conquistato il marchio di Indicazione geografica protetta.
La cipolla – nome scientifico Allium cepa – ha radici lontanissime, se ne parla sin dai tempi dell’antico Egitto dove era coltivata fin dal IV millennio A.C..
La Golena è un sito di importante valore naturalistico costituito da un tratto di circa 10 km della golena destra del Fiume Po, a ridosso del confine con la Lombardia. L’area è di particolare rilievo naturalistico nella pianura fortemente antropizzata.
Il fiume Po zona di antichi confini, transito di eserciti e passaggio di pellegrini da nord a sud, luoghi di contaminazioni culturali e gastronomiche dove il cibo assume nel sapore una propria identità.
Piccola e soda ma tanto succosa. L’origine dell’appellativo Zucchella sembri derivi proprio da questa sua caratteristica “Suchéla”, cioè piena di sugo.
Il Centro Storico di Reggiolo si sviluppa presso la Rocca medievale, costruita intorno all'alta torre del 1242, in seguito diventata il mastio centrale del complesso fortificato che prese il nome di Castrum Novum in contrapposizione a quello vecchio, oltre la Tagliata. Il castello è a pianta quadrangolare, con la cinta muraria lunga circa 40 metri per lato, con quattro torri angolari, le due meridionali sporgenti, mentre quelle settentrionali a filo coi muri laterali.
La Zucca reggiana è l’ ortaggio tipico delle terre della “bassa” reggiana. Le varietà sono moltissime e assai diverse.
Il territorio delle "Valli di Reggiolo e Novellara" si caratterizza da un susseguirsi di canali, fossati, scoli, bacini e campi coltivati, ideali per passeggiate di gruppo o giri in bicicletta in solitaria.
Il fiume Po scorre ad 1 km dalla città ed è comodamente raggiungibile dall’omonimo viale alberato che si addentra dolcemente nell’ampia “golena guastallese”. Oltre ad alloggiare sulla sua riva ristoranti, impianti sportivi e di intrattenimento, il Po a Guastalla offre anche percorsi di trekking e passeggiate a cavallo, completamente immersi in una natura esuberante grazie all’importante sistema di piste ciclo-pedonali.
A seguito di un lascito della Duchessa Eleonora d'Este, nella seconda metà del 400, le monache benedettine di clausura divennero proprietarie del Monastero, la loro presenza durò fino all'avvento della Repubblica Cisalpina, poi nel 1758 l'ordine religioso fu soppresso. Nel monastero vi era una scuola per educande già dal 1553. Nel 1798 il monastero viene soppresso. Nel 1873 l'edificio viene acquistato dal Comune di Brescello come Caserma. Agli inizi del XX secolo l’ala prospiciente Via I Maggio è adibita a scuola elementare, mentre il restante corpo dell’edificio ospita abitazioni private e piccoli laboratori artigianali. Nel 1933 le ali sud ed est vengono abbattute mentre il corpo centrale del fabbricato ospita la Casa del Fascio con locali adibiti a riunioni e prove orchestrali.
Inaugurato nel 2007, ospita una serie di reperti ritrovati a Brescello tra il XVIII e il XIX secolo.
Il Museo-Laboratorio è nato nel 2003 all'interno degli ambienti della Scuola Primaria dell'Istituto Comprensivo “F. Gonzaga” col fine di far conoscere e sperimentare la nostra Storia.
Il Museo della Civiltà Contadina si inserisce nel più ampio percorso di rivisitazione della memoria che l'amministrazione comunale ha promosso. Grazie alla passione e competenza di alcuni volontari, connessi all'Associazione "Brugneto C'è", e grazie alla generosità di tantissimi donatori, il museo ha rapidamente preso forma in un'area del Centro Civico "Braccianti di Brugneto". Il museo si compone dalla raccolta di strumenti e attrezzi usati dai contadini nei secoli passati.
Inaugurato il 16 aprile 1989, grazie agli sforzi e all’entusiasmo di un gruppo di appassionati volontari del paese, il Museo “Peppone e Don Camillo” è uno spazio in cui potersi immergere nel passato, lasciandosi guidare dalle locandine originali dei film, dalle fotografie in bianco e nero, dagli oggetti dei set cinematografici e dai racconti dei nostri giovani informatori turistici. Gli ambienti contengono numerosi cimeli legati alle riprese della serie tra cui: la moto di Peppone, l’abito talare di Don Camillo, le biciclette dei protagonisti usate nella scena finale del terzo film, il sidecar e il proiettore con cui venne mostrato il primo film (“Don Camillo”, regia di Julien Duviver, 1952) al “Cinema Verdi” di Brescello, in prima mondiale assoluta. All’esterno del museo è possibile vedere il carrarmato che compare in una scena del terzo film (“Don Camillo e l’onorevole Peppone”) e la locomotiva del treno con cui, al termine del primo film, Don Camillo viene mandato in esilio sui monti dal Vescovo a seguito di una sua bravata. Al primo piano del Museo si possono ammirare le fotografie scattate durante la lavorazione dei film, nonché le ricostruzioni di alcuni ambienti delle riprese (come la scrivania di Peppone). Il bookshop consente poi l’acquisto di souvenir, libri, dvd e prodotti tipici locali, fra cui la famosa Spongata di Brescello.
Il museo, allestito al piano nobile della rocca di Novellara, si sviluppa lungo tredici sale espositive, diverse delle quali sono state dedicate a Lelio Orsi, per quarant'anni artista dei Gonzaga, dov'è stato trasferito il ciclo affrescato dal pittore nel salone centrale del Casino di Sopra, sulla base delle indicazioni iconografiche del conte Camillo I, presumibilmente nel 1558.
Inaugurato il 21 giugno 2009 all’interno dell’ex Casa della Musica, il museo “Brescello e Guareschi, il cinema e il territorio” è un luogo in cui sono raccolte le testimonianze legate alle attività passate del paese.
Fondato nel 1967 in seguito alla realizzazione della prima edizione del Premio ideato da Cesare Zavattini, scrittore giornalista e sceneggiatore nativo di Luzzara, ha sede nell'ex Convento degli Agostiniani presso la Chiesa della Santissima Annunziata in località Villa Superiore.
Il pittore Antonio Ruggero Giorgi nasce a Reggiolo nel 1887 in una famiglia contadina. Dopo l’apprendistato artistico all’Accademia “Cignaroli” di Verona (1910), nel 1912 per cinque mesi è a Monaco di Baviera dove segue i corsi di Heinrich Knirr, accostandosi all’Espressionismo tedesco. Trascorre poi un breve periodo a Parigi rivisitando l’Impressionismo ed entra a contatto con i movimenti artistici d’avanguardia del cubismo, astrattismo e fauvismo.
Una leggenda ricollega la nascita di Poviglio a due orfani, Pupilii, rappresentati nello stemma comunale da due putti, da cui il nome della città.
Palazzo Bentivoglio nasce sulla struttura di un antico castello, il complesso era costituito da una grande mole quadrangolare, circondata da profonde fosse ai quattro angoli e provvista di torri: tutto l’insieme circoscriveva un ampio cortile.
Il vecchio palazzo dei Gonzaga, signori di Luzzara, venne eretto verso il 1481. In origine, con i suoi edifici ausiliari, occupava tutta l'area a sud del castello di Luzzara, tra la chiesa parrocchiale e l'attuale sede del municipio, ma dalla guerra, che culminò con la battaglia del 15 agosto 1702, non si salvò che la parte ancora oggi visibile. L'edificio dopo l'abbandono dei Gonzaga, venne utilizzato per secoli come palazzo pubblico, poi venne abbandonato fino all'Unità d'Italia.
Palazzo Ducale è il monumento più rappresentativo di Guastalla.
Nella frazione di Santa Vittoria si trova questo grande complesso edificato tra il 1770 e il 1775 dalla famiglia dei Conti Greppi di Milano, i quali avevano ricevuto dagli Estensi in questa zona una tenuta agricola di notevoli dimensioni. Risulta evidente la posizione centrale che il Palazzo occupa rispetto all'abitato: la sua edificazione e la sua mole hanno condizionato la nascita e poi la conformazione dell'intera frazione di S.Vittoria, negandole la possibilità di una piazza ed affermando una situazione di "possesso" signorile.
Sul lato meridionale, Piazza Martiri è chiusa dalla mole scenografica dell’imponente settecentesco Palazzo Sartoretti. Originario del XVI secolo, fu modificato nel 1765 dalla ricca famiglia omonima che vi abitò. Nel 1979 è stato lasciato in eredità al Comune, in seguito a lascito testamentario da parte dell’ultimo discendente della famiglia.
Il Parco Avventura Forestavventura di Luzzara è un meraviglioso ed adrenilinico parco avventura su alberi secolari nell'area naturale del fiume Po. All'interno del parco troverete percorsi acrobatici per grandi e piccoli! Il parco è provvisto di chiosco bar ed area relax con tavolini all'ombra di maestose querce secolari.
“Antica Piazza Maggiore”: così era storicamente denominata l'attuale piazza Mazzini sulla quale prospettano gli edifici maggiormente significativi del potere ducale, civile e religioso. I portici che la caratterizzano sui lati nord, sud ed ovest conferiscono ad essa una grande severità e riconducono ad unitarietà una gamma assai diversificata di edifici.
Ampio spazio rettangolare, perimetrato da portici rinascimentali e definito a ovest dall’imponente architettura della parrocchiale, o collegiata di S. Stefano, la piazza è il cuore della vita del paese, punteggiata da botteghe storiche e teatro di feste e mercati. La variopinta decorazione del fronte delle case riprende il progetto originario di Lelio Orsi; la disposizione centrale di aiuole, dissonante con l’aspetto cinquecentesco dell’insieme, è invece coeva alla posa del monumento ai Caduti di Giuseppe Graziosi (1925).
Il Piccolo Museo della Moto di Emilio Bariaschi raccoglie in quattro padiglioni 160 pezzi di 34 marchi diversi dell'industria motociclistica italiana ed europea.
Sulle rive del fiume Po, a Boretto, esattamente a 432 chilometri dalla foce sul Monviso, si trova PO432, il Museo Cantiere del Po, della navigazione interna e del governo delle acque.
Realizzato nel 1769, sostituì quello in legno sul torrente Crostolo, progettato alla fine del XVI sec. durante le Bonifiche Bentivoglio.
Nella golena del Po, ci sono luoghi conosciuti soltanto da pescatori e barcaioli che possono esplorare le anse del fiume. Uno di questi luoghi è il Porto Vecchio dove oggi troviamo i relitti di un rimorchiatore e due bettoline mitragliate e poi bombardate da un aereo alleato nella primavera del 1944.
L'ala nord del piano nobile del Palazzo Ducale ospita la Quadreria Maldotti, una selezione di circa cinquanta dipinti appartenenti alla collezione della storica Biblioteca Maldotti.
La Sala ospita gli affreschi liberty di M. Nizzoli.
In fondo a corso Cavour sorge il Santuario della Beata Vergine della Fossetta, fondato nel 1654. Costruito per volontà del Conte Alfonso II e della Moglie Barbara, su disegno dell’architetto Gian Battista Negri, è a croce graca con cupola centrale, cupolino e tre altari.
Il 2 giugno del 2001, in occasione del 50esimo anniversario del primo film, furono collocate su Piazza Matteotti due statue di bronzo dei due personaggi, che si "salutano" da una parte all'altra della piazza (quella di don Camillo nella parte della chiesa; quella di Peppone davanti al municipio), realizzate da Andrea Zangani.
Si da per certa l’esistenza di un’antica sala per le commedie presso la corte dei signori di Novellara fin dalla seconda metà del Cinquecento. In una lettera indirizzata al conte Alfonso I Gonzaga nel 1567 si dice che la ‘scena’ è quasi compiuta e Lelio [Orsi] potrà cominciare a dipingerla. Il 28 gennaio 1568, in occasione delle feste per le nozze del Gonzaga sopra citato, questa sala sarebbe stata inaugurata con una rappresentazione mentre i bellissimi apparati scenici sarebbero stati opera per l’appunto di Lelio Orsi.
Da un rogito del 1813 risulta che in quell'anno la "Società Teatrale di Luzzara" acquistò un fabbricato rustico, adibito a granaio, per trasformarlo nell'attuale Teatro. Anche se i lavori per l'adeguamento dell'edificio iniziarono subito, per l'apertura si dovette aspettare il 2 ottobre 1852, data in cui venne inaugurato con la rappresentazione dell'opera "I Capuleti e i Montecchi" di Vincenzo Bellini.
Nella bassa pianura, accanto al fiume Po, c'è un teatro, senza palcoscenico, nel quale attori e pubblico possono dialogare in modo nuovo.
All’interno del cimitero cittadino si trova la tomba di Augusto Daolio, il cantante dei Nomadi scomparso dopo una breve fulminante malattia nell’ottobre del 1992.
Fuori dal centro abitato, al confine tra il territorio di Reggiolo e quello di Guastalla, si estendono le cosiddette Valli, vaste aree di riequilibrio ecologico e tutela della biodiversità strappate ai territori paludosi della pianura emiliana.