Luzzara
Posta tra le sponde del Po e ampie distese di bosco e coltivazioni, Luzzara fu sede di un insediamento già in epoca longobarda e lo stemma della città, in assonanza con l’origine etimologica del nome (terra del luccio), riporta un luccio araldico.
I Gonzaga fortificarono la città e Luzzara divenne così un classico esempio di piccola capitale rinascimentale sulle sponde del fiume Po; dalla sua pianta topografica, infatti, si possono leggere ancora oggi piazze, palazzi di potere ed edifici religiosi, così come furono concepiti negli studi architettonici del 1400.
Il simbolo di Luzzara è la Torre civica, realizzata tra il 1724 ed il 1780 con i resti dell'antico castello: il 23 ottobre 1702 le milizie francesi minarono la parte del castello che guardava verso Guastalla, e parte della rocca con la sua imponente torre. La comunità luzzarese aveva fin dall'inizio manifestato il desiderio di costruire un'altissima torre con il materiale recuperato dalle macerie della vecchia Torre della Rocca e delle fortificazioni.
Il Palazzo della Macina, costruito verso la fine del XV secolo, fu la residenza dei Gonzaga di Luzzara e conserva preziosi reperti costituiti da colonne sormontate da capitelli di pregevole fattura e decori pittorici abbruniti. Tra i monumenti religiosi di maggior valore troviamo la Chiesa Parrocchiale di San Giorgio risalente alla fine del XI secolo e poi riedificata a partire dal 1676 in stile barocco, recenti scavi hanno portato alla luce capitelli, colonne e affreschi risalenti alla struttura originale dell'edificio romanico e cocci di riporto risalenti al periodo precedente. Conserva al suo interno alcuni dipinti cinquecenteschi, in particolare la pala d'altare raffigurante la Vergine col Bambino tra S. Giorgio e S. Girolamo, eseguito su modello di un bozzetto di Giulio Romano conservato al Louvre. Poco fuori dal paese, in direzione di Suzzara, l’ex convento di S. Felice, degli Agostiniani, ospita il museo Museo Nazionale delle Arti Naïves "Cesare Zavattini" con ampia documentazione sulla pittura naïf in Italia e in Europa (oltre 300 opere), arricchita ogni anno da nuove donazioni.