Chiesa di Santa Maria della Neve

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Già prevista nei progetti di Cornelio Bentivoglio, come cappella gentilizia, la chiesa iniziale era a pianta ottagonale. La facciata fu progettata da Giovan Battista Aleotti nel 1599 e realizzata nel 1600.

Già prevista nei progetti di Cornelio Bentivoglio, come cappella gentilizia a pianta ottagonale la chiesa e la facciata fu progettata da Giovan Battista Aleotti nel 1599 e realizzata nel 1600.

Su richiesta di Ippolito, la chiesa divenne collegiata nel 1608, ed effettiva nel 1613, con dedicazione a Santa Maria della Neve, spostando la parrocchia dalla vecchia chiesa di S. Andrea nella nuova piazza. In seguito a ciò, la chiesa fu ricostruita a pianta longitudinale secondo le direttive della controriforma. La facciata prospiciente la piazza si inserisce perfettamente nella scansione modulare occupando lo spazio di quattro campate del portico. La facciata, che si sviluppa su un unico piano, è delimitata da due coppie di lesene d’ordine dorico gigante, che sostengono una trabeazione dorica con frontone triangolare; l’arco d’ingresso è evidenziato da un’altra struttura dorica con frontone spezzato che incastona una finestra a cornice dorica. Sotto il portico si sviluppa una facciata più semplice senza interruzioni e con tre ingressi. Il frontone è sovrastato da cinque grandi guglie piramidali aggiunte nel XIX secolo per un problema statico. Il timpano è ornato da un bassorilievo con la Madonna della Neve di Carlo Pisi all’inizio del sec. XX.

A causa dell’alluvione del 1765, che portò gravi danni statici, la chiesa fu ricostruita dal 1770 al 1780 da Gian Battista Fattori e decorata con stucchi da Arcangelo Scotes. L’interno si presenta ad aula unica, coperta con volte a botte con tre cappelle per parte e si conclude nell’altare rialzato, con coro nell’abside semicilindrica. Sull’altare della cappella della famiglia Bentivoglio si trova la “Annunciazione” di Carlo Bononi (1610), pittore ferrarese della scuola dei Carracci. Da vedere anche i dipinti “S. Andrea, San Rocco, S. Sebastiano e i SS. Primo e Feliciano” del pittore purista Carlo Zatti (1844) sull’altare della Comunità, “S. Alberto di Gualtieri e S. Giovanni Nepomuceno” di Clemente Ruta (1742), la “Crocifissione” di Camillo Ricci (1620 circa) sistemato nella cappella Torelli-Malaspina.

 

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Nella frazione di Santa Vittoria si trova questo grande complesso edificato tra il 1770 e il 1775 dalla famiglia dei Conti Greppi di Milano, i quali avevano ricevuto dagli Estensi in questa zona una tenuta agricola di notevoli dimensioni. Risulta evidente la posizione centrale che il Palazzo occupa rispetto all'abitato: la sua edificazione e la sua mole hanno condizionato la nascita e poi la conformazione dell'intera frazione di S.Vittoria, negandole la possibilità di una piazza ed affermando una situazione di "possesso" signorile.