Poviglio

Poviglio

La nascita di Poviglio è legata ad una leggenda romana secondo la quale i fondatori furono due PUPILII, cioè due orfani, rappresentati nello stemma comunale da due putti, da cui il nome della città.

L’area era sede di insediamenti già dall'Età del Bronzo, tanto che sono state rinvenute ben 10 aree archeologiche che hanno messo in luce alcuni insediamenti terramaricoli, tra questi la Terramara di Santa Rosa. La Terramara di Santa Rosa, che si estende per 7 ettari, è un tipico esempio degli insediamenti padani dell'Età del bronzo che tra il XV e il XII secolo a.C. interessavano la parte centrale della Pianura Padana costituendo uno dei più grandi episodi di popolamento in Europa. Sono 4.000 i metri quadrati di superficie antica messa in luce, che fanno dello scavo di S. Rosa il più grande in Europa e uno dei maggiori nel mondo sia per estensione che per il tipo di ricerche condotte. Il museo Terramara “Santa Rosa” ospita i materiali provenienti dalla stessa: ceramiche, monili e utensili in osso e in bronzo, gioielli in pasta vitrea, e i resti di una villa romana.

A Poviglio è anche possibile ammirare la Chiesa di Santo Stefano risalente al XII secolo che ospita un quadro del pittore Carlo Zatti. La torre campanaria, realizzata nel XIV secolo e più volte rimaneggiata, presenta una cella superiore in trifore con copertura piana balaustrata.

Altro elemento di interesse è la cucina povigliese, specchio fedele di una terra ricca di tradizione e sapori e ricette come quella dell’erbazzone, una particolare torta salata a base di spinaci, cipollotti e grana. Eccellente è anche la produzione di salumi e buon lambrusco, un vino fresco e leggero, il vino italiano più esportato. Nelle sagre e nelle fiere i salumi e il lambrusco accompagnano lo gnocco fritto, l'impasto cotto al forno, abituale merenda degli studenti e spuntino mattutino.
Tra i dolci tipici: i tortellini natalizi, fritti o cotti al forno col loro squisito ripieno amalgamato di marmellate, noci o sassolino; gli intrigoni o chiacchere (nel periodo carnevalesco), la spongata e il nocino, l'infuso per eccellenza di questa terra, di cui ogni anziana signora possiede una esclusiva ricetta.

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