Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta

Cultura

Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta

Fu realizzata fra il 1855 ed 1858, sulle fondamenta di una precedente chiesa databile all’inizio del Seicento e demolita nel 1855 perché pericolante. È un capolavoro dell’architetto modenese Cesare Costa, progettista anche del Teatro Municipale (ora “Romolo Valli”) di Reggio, che della precedente costruzione conservò la cappella della B.V. delle Grazie, o Cappellone, al centro della navata sinistra. Al tempo stesso dovette adattare il progetto agli spazi consentiti dal preesistente campanile barocco (edificato dalla fine del Seicento e ultimato nel 1780) a destra dell’edificio. Anche per queste ragioni, l’impianto architettonico, orientato liturgicamente (cioè con abside a est e facciata a ovest) è una commistione di elementi che ne fanno un compromesso fra la chiesa a croce greca e quella a croce latina. Seppure incompleta, la Chiesa fu benedetta e aperta al culto il 5 dicembre 1858.

La facciata è bipartita longitudinalmente: nella parte inferiore, scandita da lesene, si aprono tre ingressi: il centrale, più alto, con lunetta sovrastante, i laterali, più bassi, dotati di piccoli timpani; nella zona superiore, la parte centrale, sopraelevata, è conclusa da un timpano mentre un’alta cornice modanata, ad attico, raccorda e conclude le ali. Sulla facciata dell’edificio a destra della chiesa, una targa segnala la casa natale del musicista Giovanni Rinaldi, nonno materno di Nino Za.

L’interno, a tre navate, in stile corinzio con volte a botte e pilastri cruciformi, presenta un’abside semicircolare, una grande cupola centrale con tiburio ed un transetto ridotto a due vaste cappelle laterali; a quella di sinistra, o Cappellone, l’unica struttura conservata della precedente chiesa seicentesca, corrisponde a destra la Cappella Fassati con l’altare di S. Giuseppe. All’inizio della navata sinistra, si trova un fonte battesimale con vasca di marmo rosso di Verona corredata da una struttura in stucco marmorizzato (bottega emiliana, 1900). Le decorazioni del 1911 sono ad opera di Giuseppe Moscardini.

Il Cappellone conserva un’immagine a fresco (XVII sec.) della B. V. della Pietà (poi “delle Grazie”) con Sant’Antonio e San Rocco, considerata miracolosa, staccata dal muro di un edificio vicino al canale Tagliata e trasferita in questa cappella appositamente costruita (1726-1730). Due nicchie ai lati dell’altare accolgono le statue (XIX sec.) di gesso di San Giovanni Battista e San Giuseppe. In fondo alla navata sinistra si trova la cappella della Madonna del Rosario. L’altare, con ancona di marmi policromi, risale ai primi decenni del Settecento, come le dieci piccole tele con Misteri del Rosario superstiti al furto che ha causato la perdita di altre cinque. Alle pareti, i dipinti d’ambito emiliano della Madonna con Santa Caterina e Santa Barbara (XVII secolo, parete sinistra), e della Madonna con San Francesco e San Carlo Borromeo (XVIII secolo, parete destra). La statua di gesso dipinto della Madonna con Gesù Bambino, è della seconda metà sec. XIX (bottega Graziani-Collina).

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